Una vera e propria “fabbrica di finti matrimoni”, guidata da una donna già nota alle cronache come la “maga dei promessi sposi”, consentiva a migranti non regolari di ottenere il permesso di soggiorno
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Una vera e propria “fabbrica di finti matrimoni”, guidata da una donna già nota alle cronache come la “maga dei promessi sposi”, consentiva a migranti non regolari di ottenere il permesso di soggiorno
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